Kant è un pensatore molto complesso che rappresenta un punto di svolta fondamentale nella filosofia occidentale:
da un punto di vista storico egli da un lato chiude il periodo illuminista e la filosofia moderna e dall’altro prepara la filosofia idealista romantica.
Da un punto di vista teoretico, invece, egli porta alle estreme conseguenze il dualismo gnoseologico tipico della filosofia moderna, nel tentativo di dare una fondazione alla scienza newtoniana.
Il programma di ricerca di Kant nasce attorno alla volontà di respingere le obiezioni di Hume sul nesso causa-effetto, secondo le quali esso sarebbe solo un Belief, una credenza a-teoretica che non è in grado di fondare la convinzione che una conoscenza scientifica sia anche una conoscenza necessaria. In altre parole Kant si pone il quesito: come si può, rimanendo all’interno del dualismo gnoseologico, fondare la fisica newtoniana? E viceversa, è possibile estendere il metodo della fisica newtoniana anche alla conoscenza dell’essere trascendente ossia, per usare la sua celebre espressione: «È possibile una metafisica come scienza?»
La risposta kantiana (si, è possibile una metafisica a condizione che sia una «metafisica della mente») implica la trasformazione della nozione stessa di esperienza: essa non è più qualcosa di «dato», qualcosa che ci viene offerto senza mediazioni e che noi dobbiamo in qualche modo rispecchiare così come è, ma è il risultato della sintesi tra i dati provenienti da un mondo «esterno» e le «forme unificanti» fornite dal soggetto stesso. Questa nozione di esperienza, sia pure modificata e adattata, comparirà in moltissimi filosofi successivi.
Nel campo dell’etica Kant cerca di salvaguardare i diritti della libertà (che implica la autodeterminazione) con quelli della legge morale (che essendo un comando deve imporsi a dispetto e contro la capacità di autodeterminazione della volontà) introducendo la nozione di una legge morale puramente formale, ossia priva di indicazioni già determinate, che obbliga l’uomo a scegliere tra le varie opzioni in modo razionale, cioè universalizzabile in modo necessario