Riflessioni molto giuste, che però riecheggiano le problematiche gnoseologiche del XVII secolo: conoscere significa avere rappresentazioni mentali, le rappresentazioni mentali sono solo dentro la nostra mente (o, nella versione aggiornata, dentro il nostro cervello) quindi non sapremo mai se corrispondono a qualcosa nella reltà e a fortiori non sapremo mai se corrispondono a quelle che hanno gli altri parlanti.
non a caso l’esempio del cieco nato è quello tipico della filosofia seicentesca: come può un cieco nato, ossia una persona che non ha mai conosciuto l’esperienza di un colore, descrivere di che cosa si tratta?