Ho votato contro Fontana alle elezioni regionali in Lombardia il 4 marzo 2018. Voglio dirlo adesso, finché è ancora possibile farlo, perché voglio lasciare detto e scritto da qualche parte che nel momento in cui si doveva decidere in modo democratico (ossia nel momento delle elezioni) mi sono opposto come potevo. Leggo in questi giorni che si sta profilando un accordo tra le regioni e lo Stato che finirà per disgregare lo stato italiano dividendolo in una parte avanzata e progredita e in una parte volutamente e definitivamente (almeno per quanto la storia lo permetta) abbandonata a se stessa. Per usare la metafora ferroviara tanto abusata, i vagoni meridionali verranno sganciati dalla locomotiva settentrionale.
Io confido che si dovrà arrivare almeno a un’altra consultazione referendaria, perché qui si tratta di cambiare la Costituzione; e non si può cambiare la Costituzione così impunemente, con un paio di firme tra il governo e tre governatori. E confido che il referendum blocchi questo obbrobrio, che non voglio in nessuna maniera.
Ma so anche che potrebbe andare diversamente e si potrebbe anche arrivare a questa sorta di scissione suicida. E voglio lasciare scritto, molto prima che tutto ciò accada, che io sono contrario.