Una riflessione sull’innovazione didattica

Cari colleghi impegnati nella trasformazione, io ho la sensazione che il “Movimento” (chiamo così tutto lo “stream” di esperienze più o meno tumultuose di questi ultimi vent’anni nel campo della innovazione didattica applicata al digitale) abbia trasmesso al resto dei colleghi una impessione forrtemente negativa: puntando costantemente sulla necessità di “innovare” abbiamo fatto passare forse l’impressione che gli “altri” non insegnassero bene; e questi “altri” (che nella stragrande maggioranza dei casi sono ottimi professionisti, con vasta esperienza e capaci di insegnare molto bene) si sono sentiti più o meno inconsiamente offesi e i sono tramutati nel mro di gomma che conosciamo bene. Forse avremmo dovuto inviare un messaggio diverso: suggerire cioè che l’informatica permette di fare tutto che loro già fanno, ma di farlo meglio. Insistere cioè non sul lato di rottura, ma su quello della continuità. Il cambiamento sarebbe venuto fuori comunque, nel tempo; ma forse con meno acrimonia. Che ne pensate?

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