Questo post è una sorta di messaggio in bottiglia offerto alle correnti del web nella speranza che possa arricare a chi è interessato.
L’idea, detta in breve, è questa: creare dei MOOCs dedicati espressamente alle scuole superiori, utilizzando il CMS MOODLE nella sua versione 3.2 con un template molto adatto alla didattica (si chiama “Adaptive”).
I MOOC sono per definizione corsi aperti a tutti: chi pubblica su questi corsi vuole raggiungere il maggior numero possibile di persone, scardinando alla radice il sistema scolastico tradizionale basato su plessi, sezioni e classi. Tutti si possono iscrivere, come docenti o come studenti, basta che accettino le regole del gioco. Si può iscrivere una classe, come un solo studente. Un prof. può usarlo per fare lezione oppure per suggerire a uno studente un approfondimento.
Come si sa, il termine MOOC venne inventato giusto dieci anni fa dal prof. Dave Cormier della Prince Edward Island University e divenne rapidamente di moda per indicare i corsi che molte università americane mettevano liberamente on line. Il sistema ha conosciuto una espansione esponenziale per tanti motivi (che non intendo discutere qui): io propongo di applicarlo alle scuole superiori italiane, producendo “corsi” (ovvero unità didattiche) cui possano partecipare liberamente docenti e studenti da tutt’Italia (in realtà anche dall’estero: basta che capiscano l’italiano 😊 ).
Io insegno storia e filosofia, quindi sto travasando i contenuti già pubblicati da me sul Filo di Arianna nel nuovo format, che è quindi di fatto un ramo del FdA. Per adesso mi sto concentrando su filosofia.
Il fatto è che mi sono accorto da tempo che da solo non riesco a fare di più. Insomma, ho bisogno di aiuto per fare l’ulteriore salto di qualità che serve. Per questo mi sto guardando attorno per vedere se qualcuno ha voglia di condividere questa esperienza e questa idea di scuola. Ogni forma di collaborazione è gradita: scrivere dei contributi, suggerire dei link o dei siti, fare un controllo di qualità (anche mirato a qualche singolo articolo), suggerire degli argomenti nuovi, ma anche solo parlare e confrontarsi su questi argomenti.
Mi fermo qua: sotto ci sono altre considerazioni un po’ sparse sulle caratteristiche del programma e del mio lavoro, ma non voglio annoiare. Se volete già dare un’occhiata potete andare qui www.ariannascuola.eu; poi dovete entrare nella sezione MOOCs, registrarvi nella pagina di login (pulsante in alto a destra) e infine iscrivervi ai corsi come studente. Se vi interessa di più, scrivetemi a filodiarianna2008@gmail.com e io vi attribuisco i privilegi da docente per poter utilizzare appieno il sito. Dimenticavo: ovviamente è tutto gratis. Dietro di me… ci sono solo io. Sono docente di ruolo nelle scuole statali da 31 anni presso il Liceo Scientifico Lingustico Giordano Bruno di Melzo e credo sia normale condividere con la comunità dei colleghi quello che si sperimenta, nella speranza che possa aiutare qualcuno. Vale la pena anche provare anche dal telefonino: questa versione di MOODLE è responsive e così pure il template. Prova i test di storia, tanto per avere un’idea di che cosa vuol dire questo (se vuoi guardare le presentazioni sullo smartphone, ricorda di attivare la funzione “schermo intero” altrimenti la gestione delle frecce di avanzamento è un po’ complicata).
Se invece vuoi sapere qualcosa in più… ecco qui alcune osservazioni un po’ sparse, tutte da sviluppare insieme, se ti va.
Iscriversi a un singolo MOOC è molto meno impegnativo che seguire un corso tradizionale on line in MOODLE. Dal punto di vista del docente, non c’è l’ansia di dover popolare l’aula virtuale di contenuti (anche solo di link e di video ripresi da Youtube). Ogni MOOC infatti è pensato (idealmente: la realtà è sempre un work in progress) per essere autosufficiente, ossia per essere utilizzato (nei limiti del possibile, è ovvio!) senza doversi collegare agli altri. I contenuti vengono replicati a diversi livelli: presentazione in Google Presentazione embeddata, testo scritto (a sua volta presentato come “libro”, un termine che nel lessico di MOODLE indica ora una sorta di e-book, ossia del testo semplice organizzato in capitoli ed eventualmente in paragrafi raggiungibili sia scorrendo il testo in modo lineare sia usando un sommario disponibile in una barra laterale, o come “lezione”, ossia del testo diviso in lessie al termine delle quali viene posta una domanda: se il lettore non riesce a rispondere alla domanda non può procedere), gallery di immagini, link ad ulteriori documenti, video, altri siti o presentazioni.
Inoltre MOODLE presenta adesso una vasta gamma di esercizi, tra cui i CLOZE (sebbene l’editor rimanga molto grossolano e obblighi comunque a lavorare in linea) e questo permette di sottoporre agli studenti test continui di controllo (anche se non si possono usare per la valutazione ufficiale). Infine sono presenti due moduli estremamente interessanti, Wiki e Workshop, pensati per far interagire tra loro studenti anche lontanissimi tra loro fisicamente: il mio sogno, lo confesso, sarebbe riuscire a organizzare una lezione di filosofia in comune con un collega di Catania… 😊 (ma anche di Roma, di Napoli, di Macerata, di Bari, di Firenze….)
Nell’uso didattico che pratico da qualche anno, l’idea fondamentale è quella di presentare dei materiali semi-lavorati che poi gli studenti sotto la guida del docente possono “assemblare” per realizzare dei propri “quaderni-dispensa” che costituiscono il vero materiale di studio. La posizione pedagogica ed epistemologica sottesa si avvicina abbastanza al costruttivismo (lo studente deve essere co-autore del proprio sapere). Il mio sforzo è quello di evitare i due estremi: riprodurre online un qualcosa che è essenzialmente gutemberghiano (una sequenza non modificabile di contenuti, solo presentati on line invece che su carta) oppure, all’estremo opposto, una corrente di contenuti “liquidi” che dovrebbero autoaggragarsi spontaneamente o tutt’al più con l’ausilio del docente-facilitatore. Il mio obiettivo è quello di mettere insieme i vantaggi della carta (o almeno del testo “fisso”) e quelli del digitale: da una parte la stabilità, dall’altra la fluidità. Si studia su un testo definito, ma che non viene imposto dall’alto. Certo, un filtro e una selezione ci deve essere: uno studente semplicemente “affogherebbe” in tutto il materiale “grezzo” che trova in rete, e non sarebbe minimamente in grado di distinguere quello che è valido da quello che non lo è (pensate per esempio alla dialettica trascendentale di Kant, o al Tractatus di Wittengstein: come potrebbero degli studenti da soli affrontare questi temi? La guida dell’insegnante, anche frontale, è indispensabile).
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