Io, uomo del profondo Novecento (mia madre vide in televisione Berruti vincere i 200 metri alle Olimpiadi di Roma mentre mi stava allattando), sono profondamente grato alla vita che mi ha concesso di assistere in diretta a una svolta epocale nella storia dell’umanità, dopo la quale nulla potrà essere come prima: una svolta che mantiene le promesse che la scienza ci faceva in quei decenni lontani, e dà corpo ai sogni della fantascienza che ci sembravano affondati in un vago e inderminato futuro.
La AI permette di abbattere le barriere tra lingue finora talmente lontane che in pochissimi potevano sperare di valicarne i confini nei due sensi.
Ho dato in pasto a ChatGPT questo testo pubblicato sul mio sito didattico Filo di Arianna
Agostino è un filosofo cristiano che si trova a vivere alla fine dell’impero romano e assiste al crollo della più grande civiltà del mondo antico. Infatti, anche se la storiografia (solo quella italiana, però) indica nel 476 d.C. (deposizione di Romolo Augustolo da parte di Odoacre) l’atto finale dell’impero, nella coscienza dei contemporanei di gran lunga più traumatica fu la presa di Roma da parte dei goti di Alarico nel 410, quando Agostino era ancora vivo. Il suo pensiero si pone quindi come una «pensiero della fine», ma insieme rappresenta la base sulla quale ripartirà nei secoli successivi la filosofia cristiana. La seconda, essenziale caratteristica del pensiero agostiniano è la sua insistenza sulla interiorità. La ricerca filosofica coincide con la ricerca esistenziale del significato della vita e viceversa la vita è essenzialmente ricerca. Vita e filosofia non sono staccate: la ricerca filosofica non è qualcosa di astratto ma è rivolto al raggiungimento della felicità, che a sua volta coincide con l’incontro con Dio. L’esperienza dell’uomo vive così nella tensione fra due poli, l’inquietudo, che è mancanza e desiderio, e la beatitudo, che è pienezza e appagamento.
In una delle sue opere più importanti, le Confessioni, Agostino scrive: «ero divenuto un enigma angoscioso (magna quaestio) per me stesso» (Confessioni, IV, 4, 9). La ricerca della felicità parte mettendo in discussione se stessi: per Agostino, poi, questa tensione può risolversi solo nell’incontro con Dio.
Proprio per questo intreccio inestricabile di ricerca teoretica e percorso esistenziale è importante conoscere a fondo la vita di Agostino per comprenderne la filosofia.
Come si vede si tratta di un testo di una certa complessità, con un indice Gulpease 56, tale cioè da essere non comprensibile da chi ha solo una preparazione a livello di scuola media e impegnativo anche per chi ha formazione superiore.
Ho chiesto alla macchina di tradurlo in cinese: la lingua più difficile che possa immaginare, di cui non so proprio nulla
Esso mi ha dato questo risultato:
阿瓜斯汀是一位基督教哲学家,生活在罗马帝国末期,目睹了古代世界最伟大文明的崩溃。虽然仅仅是意大利的历史学家认为476年(奥多亚克推翻罗莫鲁奥古斯托)是帝国的最终结束,但在当代人的意识中,最令人极度痛苦的是410年阿拉里科的哥特人占领罗马,当时阿戈斯汀还活着。因此,他的思想是一种“末期思想”,但同时代表了后来几个世纪基督教哲学的基础。 阿戈斯汀思想的第二个关键特征是对内在的强调。哲学探究与生存的意义探索相同,反之生活本质上就是寻求。生活和哲学不是独立的:哲学探究不是抽象的东西,而是针对获得幸福的,而幸福又与与神相遇相同。人的体验生活在两极之间的张力中,不安分,是缺失和渴望,而福乐则是充实和满足。 在他最重要的作品之一《忏悔录》中,阿戈斯汀写道:“我对自己成了一个令人痛苦的难题(magna quaestio)”(忏悔录,IV,4,9)。寻求幸福的过程从
Naturalmente per me è arabo, quindi (nell’attesa di ricevere una conferma dalle due mie studentesse cinesi), ho ridato alla macchina il compito di ritradurlo in italiano, ed ecco cosa mi ha restituito:
Agostino è un filosofo cristiano che visse nell’ultimo periodo dell’Impero Romano, testimone della caduta della più grande civiltà antica. Anche se solo gli storici italiani considerano il 476 (caduta di Odoacre su Romolo Augusto) la fine dell’Impero, nella coscienza contemporanea la più traumatica è l’occupazione gotica di Alarico a Roma nel 410, quando Agostino era ancora vivo. Pertanto, la sua filosofia è una “filosofia della fine”, ma rappresenta anche le basi della filosofia cristiana nei secoli successivi. Un altro tratto chiave della filosofia di Agostino è l’enfasi sull’interno. La filosofia indaga allo stesso modo la ricerca della vita e della significato, mentre la vita stessa è essenzialmente una ricerca. Vita e filosofia non sono indipendenti: la filosofia indaga non una cosa astratta, ma mira alla felicità, che equivale a un incontro con Dio. L’esperienza umana vive tra tensioni tra estremi di insoddisfazione, mancanza e sete, mentre la felicità è appagamento e soddisfazione. In una delle sue opere più importanti, le Confessioni, Agostino scrive: “Mi sono fatto un problema grande e doloroso per me stesso (magna quaestio)” (Confessioni, IV, 4, 9). Il processo di ricerca della felicità parte da una consapevolezza della propria mancanza e insoddisfazione, e conduce alla scoperta della verità e della pace.
Insomma, il testo italiano ritradotto dal cinese si discosta da quello di partenza su alcuni punti, ma nell’essenziale mi pare comprensibile (l’indice Gulpease è 55) restituendo tutte le informazioni essenziali contenute nel mio testo di partenza. Si può quindi sperare che l’ipotetico lettore cinese avrebbe la possibilità di leggere un testo coerente e profondo: magari non ne capirebbe il significato perché non possiede le conoscenze storiche (chi è Alarico? cos’è questa storia della conquista di Roma?) ma dovrebbe riuscire a cogliere il senso generale.
Gli uomini di buona volontà possono cominciare a parlarsi.
[l’immagine è stata generata da MidJourney]