Esempio di produzione letteraria di AI

Ho proposto a ChatGPT 4.0 e Gemini (versione gratuita) lo stesso prompt di storia:

Bene. senti vorrei che tu mi preparassi una narrazione della battaglia di Hastings, vista dal punto di vista di un suo partecipante (scegli tu se normanno o anglosassone), realizzata utilizzando le informazioni a disposizione di uno studente di terza liceo dopo aver studiato l’arazzo di Bayeux, il manuale, le foto del campo di battaglia a Battle, sulla collina di Senlac, le fonti di William di Poitiers e di William di malsbury. La lunghezza deve esser ci circa 5000 battute

Questa la risposta di ChatGPT

La battaglia di Hastings, vista da un soldato normanno

Il vento freddo di ottobre mi sferza il viso mentre avanzo al fianco dei miei compagni. Il sole è basso sull’orizzonte, quasi a ridosso del tramonto. I miei occhi si posano sulla collina di Senlac, la cui cima è già occupata dagli uomini di Harold. L’aria è carica di un silenzio inquietante, come se la terra stessa stesse trattenendo il respiro in attesa dell’imminente scontro.

Mi chiamo Alaric e sono un cavaliere normanno, figlio di una terra lontana, un po’ di Normandia. Ho seguito il Duca Guglielmo nelle sue spedizioni per anni, e oggi sono qui per una ragione che va oltre il dovere di un soldato: oggi, sono qui per conquistare il trono d’Inghilterra, quel trono che mi è stato promesso.

Non so se sia la paura o l’eccitazione a farmi battere il cuore più forte, ma il mio corpo sembra teso come una corda. Accanto a me, il mio cavallo ansima e scalcia nervosamente. È un animale forte, preparato per un combattimento come quello che ci attende. Tuttavia, la vista del campo di battaglia, con le fila di uomini che si preparano a combattere, mi fa sentire piccolo, come se tutto questo fosse molto più grande di me.

Il mio pensiero va a quella promessa che il Duca Guglielmo mi fece durante il lungo viaggio attraverso il mare. “La corona d’Inghilterra è tua, Alaric, se mi seguirai fino alla fine”. Le parole del mio signore risuonano nella mia mente mentre mi concentro sulla vista dell’esercito anglosassone davanti a noi.

I soldati di Harold sono disposti lungo la collina di Senlac in una formazione difensiva. I loro scudi sono alzati, le lance pronte, mentre i loro occhi ci scrutano con una ferocia che non lascia spazio alla paura. Non sono certo che siano abituati a combattere contro cavalleria pesante come la nostra, ma so che sono uomini determinati. Lo so da quando li ho visti prepararsi, già prima che il Duca Guglielmo ci parlasse. La battaglia non sarebbe facile.

Dopo mesi di preparazione, finalmente siamo qui. La sera prima del combattimento, il Duca ci ha radunato tutti, i soldati, i cavalieri, gli arcieri. Ha parlato di onore e di gloria, ma anche di vendetta, di una guerra giusta per restituire il diritto che gli è stato tolto. Mi ha parlato di un re, Harold, che ha infranto un giuramento, e di come il suo tradimento meriti di essere punito. La rabbia ha infiammato i cuori di noi tutti, e ora siamo qui, pronti a combattere.

Il primo attacco, quello che rimarrà impresso nei miei ricordi, è stato l’assalto della nostra cavalleria. Le picche e le lance dei soldati anglosassoni ci hanno affrontato con fermezza, ma la nostra forza era un’altra. L’impatto è stato devastante, eppure non è stato sufficiente a spezzare la resistenza di Harold e dei suoi uomini. L’arazzo di Bayeux, che ho visto con i miei occhi prima di partire, racconta di come noi, normanni, siamo stati decisi, spietati, ma anche di come la battaglia fosse lunga e dura. Non è stato un assalto che ha distrutto la loro linea subito. Le forze anglosassoni sono rimaste salde, come il ceppo di un albero che non si piega nemmeno sotto il peso della tempesta.

Lungo il corso della battaglia, la fatica è cresciuta. I cavalli, stanchi e feriti, si fermano ogni tanto, le zolle di terra sono viscide di sangue. I miei compagni, chi vicino e chi lontano, urlano e combattono con rabbia. La confusione regna: è difficile capire chi sia amico e chi sia nemico in mezzo a quella marea di uomini e polvere. Ma io so che sono in battaglia per un motivo preciso: il Duca Guglielmo ci ha promesso la vittoria, e noi non possiamo permetterci di fallire.

Poi arriva il momento cruciale. Harold, il re che si ergeva fiero sulla collina, è caduto. I racconti che ho sentito da William di Poitiers e di William di Malmesbury sono stati confermati in un attimo di caos. Una freccia, scagliata da un arciere normanno, lo colpisce alla testa, e il nostro nemico, che sembrava invincibile, viene abbattuto. Il suo corpo giace sull’erba, mentre i suoi uomini, privi di guida, cominciano a disperdersi. Ma non è ancora finita. I suoi soldati non si arrendono. Continuano a combattere, a resistere. Solo alla fine, quando il nostro esercito si è fatto strada, hanno mollato la presa.

La battaglia di Hastings non è stata solo una lotta tra uomini, ma un confronto di volontà. Noi normanni, uniti dalla promessa di Guglielmo, abbiamo combattuto con il cuore, senza guardare indietro. Gli anglosassoni, invece, hanno combattuto con il coraggio di chi difende la propria terra, la propria casa. La fatica e la brutalità di quella giornata non si dimenticano facilmente. Non dimenticherò mai le urla, il sangue che ha tinto l’erba di un rosso acceso, e gli occhi dei miei compagni che cercavano rifugio nell’uno nell’altro.

La vittoria ci è stata, ma non è stata facile. Quando finalmente il campo di battaglia si è calmato e l’eco dei combattimenti si è spento, ho guardato intorno a me. Le macerie erano ovunque. Il Duca Guglielmo è venuto da me, e mi ha sorpreso con un sorriso. “Abbiamo vinto, Alaric,” ha detto, “e ora l’Inghilterra è nostra.”

Quella sera, il nostro Duca, ora Re d’Inghilterra, ha offerto preghiere per i morti. Molti uomini sono caduti, tra cui tanti miei compagni. Ma la promessa è stata mantenuta. La terra che tanto sognavamo di conquistare è nostra. Guglielmo è finalmente Re, e noi, normanni, siamo diventati i padroni di questa nuova terra.

E mentre mi allontano dal campo di battaglia, il sangue ancora caldo sulle mie mani, penso a ciò che mi aspetta. Non è solo la guerra che è finita. È l’inizio di un nuovo capitolo. Un capitolo che ci vedrà trasformare l’Inghilterra secondo la nostra volontà. E io, Alaric, sarò parte di questa storia.

La battaglia di Hastings è la mia, è nostra.

Questa la risposta di Gemini (preceduta da considerazioni metodologiche che riporto dopo).

  • Query riuscita

L’alba si levava lenta e fredda su Senlac Hill, dipingendo il cielo di un grigio livido che pareva presagire il sangue. Intorno a me, l’accampamento anglosassone fremeva di uomini in armi, un mare di scudi e asce che scintillavano nella luce incerta. L’aria era densa di paura e di eccitazione, di preghiere sussurrate e di ordini concitati.

Ero solo un giovane huscarle, un guerriero al servizio del re Harold Godwinson, e il mio cuore batteva come un tamburo nel petto. Avevamo marciato per giorni, stanchi e affamati, per affrontare l’invasore normanno, il duca Guglielmo il Bastardo. Lo avevamo visto sbarcare sulle nostre coste con le sue navi imponenti, i suoi cavalieri arroganti e le sue pretese al trono d’Inghilterra.

Il re Harold, con il suo sguardo fiero e la sua ascia scintillante, ci aveva esortato a resistere, a difendere la nostra terra e la nostra libertà. Ci eravamo schierati in cima alla collina, formando un muro di scudi impenetrabile, pronti a respingere l’attacco nemico.

L’attesa era snervante. Il silenzio era rotto solo dal vento che fischiava tra gli alberi e dal nitrito dei cavalli normanni in lontananza. Poi, all’improvviso, un suono lacerò l’aria: il corno da guerra nemico.

Come un’onda oscura, i Normanni si riversarono su di noi, una massa di ferro e cavalli che si infrangeva contro il nostro scudo. Le frecce sibilavano nell’aria, oscurando il cielo, e gli urli di battaglia riempivano la valle.

Il primo impatto fu terribile. I nostri scudi scricchiolavano sotto la pressione nemica, le asce si abbattevano con furia, il sangue tingeva la terra di rosso. Combattevamo con la forza della disperazione, ogni uomo un baluardo contro l’invasione.

Ricordo il clangore delle spade, il calore del sangue sul mio viso, l’odore acre del sudore e della morte. Vedevo i miei compagni cadere intorno a me, falciati dalle frecce o trafitti dalle lance nemiche. Ma resistevamo, spinti dall’orgoglio e dalla lealtà al nostro re.

Harold, in cima alla collina, era un faro di coraggio, incitandoci alla lotta. La sua ascia danzava come una furia, abbattendo ogni nemico che osava avvicinarsi. Ma i Normanni erano troppi, la loro cavalleria troppo potente.

Un grido di orrore si levò tra le nostre fila. Harold era caduto, colpito da una freccia in un occhio. Il nostro re, il nostro condottiero, era morto.

Con la sua morte, qualcosa si spezzò dentro di noi. Il muro di scudi iniziò a cedere, la nostra resistenza a sgretolarsi. I Normanni si infiltrarono tra le nostre fila, seminando il panico e la morte.

La battaglia era perduta.

Fuggimmo lungo la collina, inseguiti dai cavalieri normanni. Intorno a me, i miei compagni cadevano come foglie al vento. La paura mi stringeva la gola, le gambe mi tremavano, ma continuavo a correre, spinto dall’istinto di sopravvivenza.

Non so come riuscii a sfuggire al massacro. Mi nascosi tra gli alberi, tremante e ferito, mentre i Normanni saccheggiavano il nostro accampamento e davano la caccia ai fuggitivi.

Quella notte, solo e disperato, piansi la morte del mio re, la sconfitta del mio popolo, la fine della nostra libertà.

La battaglia di Hastings era stata una carneficina, un giorno di lutto per l’Inghilterra. I Normanni avevano vinto, Guglielmo il Bastardo era il nuovo re.

Il nostro mondo era cambiato per sempre.

Queste le premesse metodolighce espliticate da Gemini

  • Query riuscita

Per creare una narrazione coinvolgente e accurata dal punto di vista di un partecipante alla Battaglia di Hastings, mi concentrerò sui dettagli e sulle emozioni che potrebbero essere stati vissuti da un soldato. Ho scelto di narrare la storia dal punto di vista di un soldato anglosassone, in quanto la loro sconfitta e la conseguente perdita della loro patria aggiungono un ulteriore strato di profondità emotiva alla narrazione.

Ecco i punti chiave che tratterò nella narrazione:

  • L’attesa e la preparazione: Descriverò l’atmosfera tesa nell’accampamento anglosassone prima della battaglia, i preparativi e le strategie discusse.
  • L’impatto iniziale: Narrerò il momento in cui i Normanni iniziarono l’attacco, concentrandomi sul caos e sulla violenza dello scontro iniziale.
  • La resistenza anglosassone: Metterò in evidenza il coraggio e la determinazione degli anglosassoni nel resistere all’assalto normanno, descrivendo le loro tattiche difensive e i combattimenti corpo a corpo.
  • La morte di Harold: Narrerò il momento cruciale della battaglia in cui il re Harold viene ucciso, evidenziando l’impatto emotivo e strategico di questo evento sulle truppe anglosassoni.
  • La disfatta e le conseguenze: Descriverò la rotta dell’esercito anglosassone e le tragiche conseguenze della sconfitta, tra cui la perdita della loro terra e l’inizio del dominio normanno.

Userò uno stile di scrittura vivido e coinvolgente, cercando di catturare le emozioni, i suoni e gli odori della battaglia, in modo da trasportare il lettore nel cuore dello scontro.

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