“Inoltre a mio giudizio in questo momento di confusione geopolitica l’Italia ha una situazione tra le più stabili in Europa”.
Mi imbatto in questo lusinghiero giudizio scorrendo le pagine dell’inserto del Corriere della Sera dedicato all’Economia l’11 dicembre 2023. A formularlo è George Muzinich, uno di quei personaggi importanti che nessuno conosce (nessuno delle persone normali, intendo, interessate a stupidaggini come le liti tra Er pupone e Ilary , o le vicende del campionato di calcio), ma che possono fare e disfare le fortune di un paese. Il suo lavoro infatti è quello di finanziare le PMI, e lo fa da oltre mezzo secolo. Quindi un certo fiuto per come va il mondo deve pur averlo.
E questo signore parla bene dell’Italia, e non spende solo parole: il 20% dei suoi investimenti a livello planetario, a quanto pare, sono concentrati da noi.
Ma guarda.
Uno che mira al sodo, che pensa al guadagno, che rappresenta il volto del capitalismo, dice che l’Italia è un buon posto dove investire. Perché?
“Perché le capacità imprenditoriali del tessuto economico sono un asset importante e non così facile da trovare” dice lui.
Tradotto: Italians do it better. Copyright Madonna, 1987, ma non si tratta del sesso.
Aggiungiamoci (sono sempre indicazioni sue, anche se mediate dall’autore dell’articolo, Giuditta Marvelli) il risparmio privato “tradizionalmente molto elevato”, un ambiente naturale “attraente” (beh, qui si poteva sbilanciare un po’ di più, mi pare) e un sistema bancario “che nel tempo è migliorato e si è rafforzato” (se lo dice lui…).
Insomma: promossi, e non con il sei meno meno.
E allora perché noi siamo sempre lì a piangerci addosso? Le profezie di sventura alla fine hanno la tendenza ad autoavverarsi.
ps. Muzinich non è il bel giovanotto generato da Midjourney che ho messo in copertina. E’ un vecchietto arzillo che ha questa faccia: