Quello che mi dispiace veramente, che mi ferisce nel profondo del cuore, è che stiamo consegnando ai nostri figli un mondo peggiore di quello che abbiamo ricevuto dalla generazione precedente. In modo quasi inconscio noi speravamo (io speravo) che il mondo e la storia sarebbero rotolati dalla parte “giusta”: che ci sarebbe stato maggior benessere, più sicurezza, speranze più solide.
Ora “vedo”, nel senso che non c’è bisogno di lunghi ragionamenti o profonde indagini, che il conflitto si è infilato nella vita di tutti giorni,
Con una battuta forse pessima io dico ai miei studenti diciottenni che ormai sono “abili e arruolati” e devono partire per il fronte: non quello della prima guerra mondiale, con trincee e mitragliatrici, ma quello dell’odio etnico e razziale, della disinformazione programmata e voluta, dello sfruttamento dell’altro fino all’ultima goccia di sangue.
L’ultima goccia è la decisione di Facebook di uscire allo scoperto e dichiarare pubblicamente che fornirà il servizio gratuitamente solo a chi accetterà di cedergli i propri dati: oggi per la pubblicità, domani chissà.
Naturalmente, non è una novità. E’ sempre stato così, ossia da sempre il signor Zuckerberg ci vendeva allegramente alle società che volevano farci comprare questo o quello.
Ma adesso è proprio esplicito, spudorato, prepotente: il bello è che viene presentato come “una nuova possibilità di scelta” (corsivo mio), come se ne avessimo o ne avessimo mai avute (in un certo senso è vero: avremmo sempre potuto scegliere di vivere come eremiti fuori dal mondo, come hanno fatti polemicamente tanti miei colleghi “anime belle”).
In modo ancora più subdolo, questa mossa viene presentata come se fosse dovuta alle “leggi… nella tua area geografica” (ossia nella benemerita Unione, che almeno tenta di proteggere la privacy dei suoi cittadini), leggi che “stanno cambiando” (ossia: non ci lasciano più fare impunemente quello che vogliamo e puntano a quel delitto di lesa maestà che consiste nel chiedere che rendiamo conto di quello che facciamo e in ultima analisi nel pretendere che noi paghiamo le tasse).
Probabilmente alla fine cederemo tutti, perchè il bene della comunicazione è reale, e realmente uno strumento come FB o Instagram è utile per restare in contatto tra di noi.
Però questo schiaffo dovrebbe svegliarci dal sonno della ragione: ci siamo messi nelle mani di aziende troppo potenti che sono diventate degli attori svincolati dal controllo sia pur minimo degli stati (cioè di noi). Oggi chiedono solo soldi, domani potrebbero chiedere la nostra libertà in modo molto concreto: se professi una opinione diversa da quella ammessa dall’azienda vieni tagliato fuori dalle linee di credito, dalla possibilità di assunzione, dai servizi sociali minimi, dalla scuola, dalla sanità…. I film di fantascienza tratteggiano scenari inquietanti: in modo forse paradossale rappresentano uno delle migliori possibilità per prendere coscienza dei rischi che stiamo vivendo.
E in tutto ciò i nostri ragazzi vanno preparati alla difesa delle loro libertà. Io ho sessantatre anni e forse non vivrò abbastanza per vedere tutto questo, ma certamente le generazioni più giovani si. E vanno assolutamente immunizzate contro queste derive anti-umaniste (ma direi direttamente: anti-umane).
Solo che non penso che si possa fare arroccandosi nelle fortezze Bastiani della tradizione, fatte di libri di carta e lavagne di ardesia, come vorrebbe qualcuno: sempre la resistenza migliore è stata quella che ha saputo usare fino in fondo la tecnologia esistente al momento per difendere i propri ideali.