Da Leibniz in poi abbiamo imparato a diffidare del concetto di “il più [qualcosa] possibile”, perché il filosofo tedesco ci ha insegnato che si può sempre pensare qualcosa “al di là” di quello che pensavamo. Eppure è difficile immaginare una infamia maggiore di quella del dittatore siriano Assad, che rifiuta di inviare i soccorsi, o almeno di lasciarli arrivare dai paesi vicini, alle regioni colpite dal sisma del 6 febbraio 2023 e controllate dai ribelli curdi. Tutti sanno che i soccorsi in questi casi devono essere tempestivi per riuscire a salvare il maggior numero possibile di vite umane. E Assad cosa fa? Aspetta che macerie e distruzioni abbiano ucciso il maggior numero possibile di oppositori e poi invia una mail all’ONU dicendo: adesso farò arrivare gli aiuti anche nelle zone controllate dai ribelli. Non scrivo quello che sto pensando perché vorrei che questo post non risultasse vietato ai minori.
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