“Ogni ricordo riapre il tempo perduto e ci invita a riprendere la situazione che evoca” (Merleau-Pony, Fenomenologia della percezione, Il corpo). E se questo fosso un invito a riconsiderare il nostro rapporto (anche) con la storia? Quando io studio il fascismo o la fase costituente della Repubblica italiana, non allineo solo i fatti uno dietro l’altro; recupero una situazione, la rendo presente a me come una “possibilità”, che può essere effettivamente ripresa oppure lasciata cadere, a seconda delle scelte che ciascuno fa. Quando diamo dei “nostalgici” ai neofascisti e diciamo che “vivono nel passato”, finiamo forse per dire qualcosa di più vicino alla verità di quel che supponiamo: perché “vivere nel passato” significa sempre anche renderlo presente. Il “passato” sar pure passato, ma se viene “vissuto”, deve esserlo nel presente.
Studiare storia significa sempre attualizzare, rivivere nel presente.