Io non credo che essere “vecchi” (diciamo essere sopra i cinquanta, per intenderci) sia poi un gran difetto per fare l’insegnante, a condizione che chi lo fa abbia continuato a studiare. Voglio dire, capisco che i giovani insegnanti possono essere più aggiornati su certi argomenti; ma lo sono solo perché, essendo venuti dopo, questi argomenti se li sono trovati già nel piatto che hanno preparato loro all’università. I vecchi hanno dalla loro l’espereizna, e l’esperienza conta, quando devi trasmetterla. Certo, sto partendo dall’ipotesi che certe dinamiche dell’esperinza umana non cambiano nel carso di tre o quattro decenni (almeno): solo a questa condizione la persona “matura” può insegnare qualcosa agli juniors. Ma io sono convinto che più si scende nelle profondità della coscienza umana, più le dinamiche restano nel tempo e quindi un insegnante “vecchio” serve eccome!